giovedì 28 aprile 2011

Assignment 6

Pubmed è uno strumento fantastico di diffusione del sapere medico.
Anche se secondo me sono uno strumento ancora più fantastico gli articoli di meta-letteratura, come dice il prof:
"È per questo che esiste la meta-letteratura, ovvero articoli scientifici che generano risultati a partire da quelli ottenuti in altri articoli in condizioni simili. Sono lavori che impiegano sofisticati metodi statistici per ridurre l’inevitabile incremento di incertezza nella speranza di estrarre informazioni più focalizzate e significative, nonché di fornire uno strumento abbordabile per l’aggiornamento di chi non può dedicare il tempo necessario all’esplorazione di una letteratura sterminata." 

Ai suoi tempi, quando ancora questa pseudo-scienza che è la medicina era agli albori, e quindi non credo che ci poi così tanti testi come quelli che vediamo in pubmed, Ippocrate (o chi per lui, viste la difficoltà di attribuzione di molte parti del Corpus Hippocraticum) diceva: "La vita è breve, l'arte è lunga, l'esperienza ingannevole, il giudizio difficile."
Ecco, la vita è veramente breve per conoscere tutta l'ars, o techne, medica.
In realtà la vita è molto breve per conoscere anche tutta la letteratura italiana, o la matematica, o qualsiasi cosa. Io mi preoccupo della medicina perchè mi verrà richiesto di conoscerla il più possibile.
La vastità e la complessità della materia la si visualizza bene dando un'occhiata a pubmed... Milioni di articoli, quanti saranno? E tutta quella roba lì è tutta roba che un giorno potrebbe servirti per salvare una vita.
Fa spavento. Di fronte all'incremento esponenziale delle conoscenze, delle cose da sapere, da tenere a mente, non c'è stato, per contro, un incremento pari nell'evoluzione.
Abbiamo da sapere molte più cose (tutti, non solo i medici) e un cervello uguale a quello dei nostri antenati nella Grecia antica, che già si lamentavano per via della vastità delle cose da sapere... Perchè in effetti ci sono sempre state molte più cose da sapere di quante la mente umana possa contenerne.
Sigh. L'eterna aspirazione dell'essere umano alla conoscenza, che nel caso della medicina porta alla "sindrome dell'impostore". Guardando pubmed viene da pensare a quanto il proprio cervello sia del tutto inadeguato a svolgere la professione medica. Troppa vastità. E' troppo difficile... Senza contare che pubmed e i suoi articoli, e la meta-letteratura scientifica ancor meno, non tengono contodi quella dannata variabile che c'è nel lavoro del medico, che è l'uomo. L'uomo inteso come singolo essere vivente, al quale magari un farmaco, che ha funzionato bene in altri diecimila singoli esseri viventi, non fa una mazza. 
Necesse est che io mi dia una calmata, che "allontani da me l'idea che io possa tutto", come pregava Mosè Maimonide, che sappia di non sapere, come dicono Socrate ed Ela, e che speri che quell'uomo non capiti mai davanti a me in ospedale/ambulatorio. E se capiterà, mi dovrò ricordare di chiedere aiuto a chi ne sa più di me, che c'è sempre qualcuno che ne sa più di te e ha un'idea migliore. Mi dovrò ricordare che sono un' impostore (ma impostore femmina si dice impostora? ecco, nemmeno l'italiano so...), che mi chiedono di curare qualcuno anche se io non so quasi nulla di questa benedetta medicina nella quale si dice io sia laureata. E poi dovrò ricordarmi di pubmed. Un articolo al giorno, prima di dormire, e così si tira innanzi. Si mette un po' a tacere la sindrome dell'impostore, sciacquatina alla coscienza che ti imporrebbe di studiare molto di più, anche se hai sonno, senza sapere tutto, anzi, sapendo poco o nulla, sperando che il computer non si rompa e la connessione regga. Sperando comunque, nonostante l'inadeguatezza e l'ignoranza, di poter combinare qualcosa di buono.

2 commenti:

  1. Condivido pienamente la sindrome dell'impostore!!!però alla fine credo che sia l'atteggiamento giusto da usare, almeno per quanto riguarda la professione che speriamo di poter svolgere. Potrebbe definirsi medico chi, una volta "intascata" la laurea, si rifiutasse di continuare, con umiltà, a studiare, (nel senso di provvedere, come scrivi tu, ad aggiornarsi continuamente), o di confrontarsi con gli altri e chiedere loro consiglio?la presunzione va lasciata da parte, se si agisce nel bene della comunità. Quindi secondo me fai proprio bene a pensarla in questo modo!:))

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  2. Infatti, la presunzione è pericolosa e stupida!:-)

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