martedì 24 maggio 2011

Bianca come il carbone

Solean aveva il sole nel nome e nel destino.
Solean, un ragazzo troppo sognatore per un lavoro troppo concreto. Lui sapeva di non essere adatto: si affaticava spesso, non aveva mai voglia e, in quei luoghi, si sentiva come un uccellino in gabbia. Solean aveva voglia di volare, voleva guardare lontano e vedere più di quanto facessero i suoi compagni.
Pur sapendo che quella non era la sua vocazione, ogni giorno era al suo posto, concentrato, con il piccone in mano. Il 22 ottobre Solean era pronto per scendere, come ogni mattina, ma quel giorno c’era qualcosa di strano nell’aria. Sol si aspettava qualcosa ma tutto continuò normalmente.
I suoi compagni del settore B erano sempre gli stessi: David, che non sapeva né leggere né scrivere ma aveva una positività innata, Richard, con gli occhi di ghiaccio ma il cuore che si scioglieva ad ogni  triste sguardo di Ron, il bambino. Ron era l’ultimo membro del settore B e il più piccolo della squadra. Ogni giorno, da quando aveva quattordici anni, si avviava per le strade di Green River e si recava davanti alla galleria. Ogni giorno, prima di calarsi nel pozzo, piangeva. Nessuno sapeva il perché ma ogni mattina si ripeteva sempre la stessa mesta scena.
Sol e i tre compagni scesero nella galleria; arrivati al settore B, le chiacchiere si spensero.
Il lavoro era cominciato. Il dolce brusio della pompa scandiva il ritmo dei picconi.
Solean era più lento dei compagni ma il suo tocco era preciso e forte, talmente potente che poteva far crollare tutta la miniera. Alle due del pomeriggio i minatori si prepararono per il pranzo.
Richard impugnò il sacchettino di carta e risalì la galleria per uscire, Ron lo seguiva a ruota con il pane protetto dalla carta legata con un filo tozzo e sciupato. Rimanevano soltanto Sol e David ma quest’ultimo aveva l’abitudine di mangiare camminando perciò in un attimo Solean restò solo.       
Il minatore, prima di aprire il fagotto che stringeva in mano, intonò una preghiera rozza ma talmente sentita che le parole non importavano. Afferrò il pane e se lo portò alla bocca ma, prima di assaggiarne un pezzo, si pietrificò.
Davanti a lui era comparso qualcosa.
Prima non c’era che un po’ di pietra nera e qualche grammo di terra, adesso si era materializzata un’immagine. Solean chiuse gli occhi e poi li riaprì, più volte ripeté il medesimo esercizio ma infine capì, non era un sogno. Davanti a lui stava una donna, immobile, come pietrificata.
Poteva vedere i suoi occhi infossati, la sua bocca dalle labbra screpolate e la sua fronte bassa e corrugata. Stava pensando, forse, oppure era confusa,  non capiva perché Solean la stesse guardando.
I pensieri si rincorrevano nella mente del ragazzo ma nessuna risposta gli pareva soddisfacente.
Allora si alzò e, cautamente, si avvicinò a quella figura. Questa non si muoveva, non sbatteva le palpebre, non respirava. “Buongiorno, signorina.” esclamò togliendosi il cappello con un inchino. “Posso domandare il suo nome?” La donna non rispondeva. Solean ci pensò un attimo.
“Si chiama forse Emily? Angela? Agnese?” La statua non si mosse.
Sol pensò: “Forse non è stata battezzata...”
Alzò la testa e parlò: “Se non è mai stata battezzata posso farlo io.” Prese la borraccia e bagnò la pietra nera davanti a se: “Ti battezzo col nome di...” Certo che la donna nera non avrebbe parlato, il ragazzo terminò la frase a suo piacimento: “Bianca!”
La mezz’ora per il pranzo finì e gli altri uomini scesero nel pozzo. Trovarono Sol  ancora immobile ad osservare la sua donna. Richard prese in mano il piccone ma il ragazzo urlò: “Fermo! Non fare del male a Bianca!” I compagni erano allibiti.
“È solo un pezzo di pietra!” affermò Ron osservando la parete.
Solean non parlò. Come aveva fatto a scambiare una roccia per una donna? Era forse impazzito? Eppure lui continuava a vederla quella donna, continuava a sfiorare i suoi lineamenti. Erano dolci e caldi, non erano fatti di quella pietra umida che si trova in miniera.
I compagni erano sempre più confusi. Sol continuava a guardare con occhi sognanti quella parete rocciosa. David lo spinse indietro e lo schiaffeggiò dicendo: “Amico, hai preso un abbaglio. Qui non c’è niente!”
Richard ricominciò a picconare. Sol a ogni colpo gridava: “Bianca!” Ma intanto Bianca scompariva nella polvere.
Sol socchiuse gli occhi e, pieno di amarezza, strinse i pugni e lasciò per sempre quella cupa miniera piena di trappole e trabocchetti.
Il ragazzo scese in paese e poi corse come un pazzo verso una collina isolata dal mondo. Lì si fermò e guardò l’orizzonte. Aveva corso a lungo fino al tramonto  e ora pensava a Bianca, la donna di roccia, che solo lui aveva visto. Non sarebbe più tornato in quella miniera. Troppo stretta e chiusa per i suoi pensieri liberi. Qualcuno si chiederà: “Perché proprio Bianca per  una donna di carbone?” Perché non era il colore quello che contava per Sol. Bianca come bianca era la luce che lo aveva abbagliato quel giorno. Bianca e luminosa come la bellezza della donna che solo lui aveva avuto il privilegio di vedere. E intanto il sole calava e Solean sognava di incontrare di nuovo la sua amata donna di pietra.   

Il paese era muto nell’ombra della notte
ma Solean piangeva forte, sempre più forte
e poi guardava nel nero del cielo
e riscopriva Bianca e il suo buio sorriso
E ora stava lì disteso nell’immenso
ad aspettare Bianca e con lei la luce.
E con la luce il sole.

Perché Solean aveva il sole, nel nome e nel destino.

Olivia Tilli.
La mia sorellina di terza media! Ha vinto il primo premio al concorso letterario "Pensieri di Sogno"!

Nell'incanto della notte...

Detesto la notte perchè ho bisogno del sole. "La notte è fatta per dormire" è una frase che mi rappresenta al massimo: inoltre è stata la risposta del mio istruttore di sub alla domanda "facciamo un'immersione notturna" (e poi l'immersione s'è fatta lo stesso...). Fra un anno, quando sarò io l'istruttore che si sentirà fare questa domanda, risponderò allo stesso modo, penso.
La notte è fatta per dormire però a volte fa bene andare in giro la notte. Perchè si vedono cose belle.
So che bello è un aggettivo banale, fritto e rifritto, però è raro vedere la bellezza in questi tempi bui... intendendo con bellezza qualcosa di più rispetto alla semplice conformità a determinati canoni estetici.

Autobus, linea 17, ore 22:30 circa. (Quale posto migliore per osservare l'umanità di un autobus?)
Presenti io, una signora sudamericana, un ragazzo e due uomini.
Entrano due controllori con due vigili urbani. La notte a quanto pare ci sono i vigili armati perchè si potrebbero fare brutti incontri. Un controllore e un vigile prendono visione del mio abbonamento che va bene.
Poi si dirigono dalla signora del Sudamerica.
Che il biglietto non ce l'ha. Le chiedono un documento. Passaporto. Bene.
Le chiedono il permesso di soggiorno.
Non c'è. E' a casa? domanda il vigile.
No, non c'è e basta. La signora è "clandestina".
A quel punto pensavo già che l'avrei vista trascinata in catene al più vicino commissariato.
Scambio, rapidissimo, di sguardi fra i due controllori.
E poi la domanda che non ti aspetti.
"Signora, ce l'ha due euro?"

E con i suoi due euro, nell'incanto della notte, la signora acquistò un biglietto dall'autista.

venerdì 13 maggio 2011

I pazzi siete voi

I pazzi siete voi, non certo questi fantastici ragazzi che si sono chiusi in una casa e vivranno fino al giorno del referendum contro il nucleare come dovremmo vivere tutti in caso di incidente nucleare...
Un'idea intelligente e creativa per sensibilizzare ancora su questo tema e per ripetere di VOTARE SI AL REFERENDUM... se lo faranno, ovviamente...
Ah, i pazzi siete voi non è riferito a nessuno in paricolare :D

venerdì 29 aprile 2011

Non aprite quella porta, stavolta sul serio

Ci sono certe trasmissioni televisive che non vanno guardate.
Report è una di queste.
Toglie il sonno.
Arrivata a metà di una delle scorse (molto scorse) puntate ero già in lutto: era stato annunciato il possibile oscuramento di megavideo da parte delle autorità competenti italiane.
Ora, megavideo è l'unica cosa che veramente ho sfruttato al massimo da quando ho ricevuto in regalo il computer. E' stata un po' anche una maledizione, nel senso che se non fosse esistito lo streaming avrei potuto dare Anatomia I al primo appello... Ma vabbè. Se mi chiudono megavideo... Io che ho sempre scaricato tutto da i-tunes, da brava bambina corretta...
Dopo questa allarmante notizia avevo deciso di andare a dormire, quando è stato annunciato un servizio su Wikileaks. In fondo al cuore, nei più profondi recessi della mia psiche insana sono perdutamente innamorata di Julian Assange, quindi ho detto "bene, restiamo".
Avrei dovuto andar via.
Perchè hanno fatto vedere, coi sottotitoli in italiano, un video sull'Afganistan.
L'avevo visto un'altra volta. Era abbastanza famoso qualche tempo fa'.
E' quello dell'elicottero che spara ai giornalisti, e poi al camioncino che si è fermato a soccorrere i giornalisti.
Non mi era piaciuto, se si può inserire una cosa del genere nelle categorie del 'mi piace' o del 'non mi piace'.
Però non avevo capito cosa dicevano. Non so l'inglese.
Leggere i sottotitoli è stato un incubo.
Perchè questi dicono "forza, spariamogli" e "raccolgono i feriti, spariamogli".
Probabilmente quei due elicotteristi erano in buona fede. Non si erano accorti che il cameramen aveva in mano una telecamera e non un'arma. Che il camioncino era di un padre che accompagnava i figli a scuola, che si era fermato per provare ad aiutare il ferito. Voglio sperare che fossero in buona fede.
Ma anche se temevano che quelli fossero dei 'nemici'... Spariamo. Spariamo sui feriti.
Come si arriva a dire cose del genere. Come si sopravvive dopo aver detto e fatto una cosa del genere.
Come si continua a vivere, a lavorare, a studiare sapendo che succedono cose del genere, e anche peggiori, a giro per il mondo, tutti i giorni.
Come si fa' ad avere ancora fiducia nell'uomo?
Mi sto convincendo sempre di più che l'autodistruzione segnerà la fine della nostra insana razza.

N.B.
Questo post è stato scritto molto prima dei 3 che lo precedono...non pubblicato, l'ho ritirato fuori ora per dire che ieri ho ritrovato un po' di fiducia in questa insana razza...

Grazie cyberspazio!

Grazie cyberspazio perchè ieri sono andata per la prima volta con i ragazzi di Medici per i Diritti Umani all'ex-meyer, occupazione somala... e MEDU l'ho trovata sul cyberspazio, in particolare sul blog di flowerpower di questa classe!

giovedì 28 aprile 2011

Assignment 6

Pubmed è uno strumento fantastico di diffusione del sapere medico.
Anche se secondo me sono uno strumento ancora più fantastico gli articoli di meta-letteratura, come dice il prof:
"È per questo che esiste la meta-letteratura, ovvero articoli scientifici che generano risultati a partire da quelli ottenuti in altri articoli in condizioni simili. Sono lavori che impiegano sofisticati metodi statistici per ridurre l’inevitabile incremento di incertezza nella speranza di estrarre informazioni più focalizzate e significative, nonché di fornire uno strumento abbordabile per l’aggiornamento di chi non può dedicare il tempo necessario all’esplorazione di una letteratura sterminata." 

Ai suoi tempi, quando ancora questa pseudo-scienza che è la medicina era agli albori, e quindi non credo che ci poi così tanti testi come quelli che vediamo in pubmed, Ippocrate (o chi per lui, viste la difficoltà di attribuzione di molte parti del Corpus Hippocraticum) diceva: "La vita è breve, l'arte è lunga, l'esperienza ingannevole, il giudizio difficile."
Ecco, la vita è veramente breve per conoscere tutta l'ars, o techne, medica.
In realtà la vita è molto breve per conoscere anche tutta la letteratura italiana, o la matematica, o qualsiasi cosa. Io mi preoccupo della medicina perchè mi verrà richiesto di conoscerla il più possibile.
La vastità e la complessità della materia la si visualizza bene dando un'occhiata a pubmed... Milioni di articoli, quanti saranno? E tutta quella roba lì è tutta roba che un giorno potrebbe servirti per salvare una vita.
Fa spavento. Di fronte all'incremento esponenziale delle conoscenze, delle cose da sapere, da tenere a mente, non c'è stato, per contro, un incremento pari nell'evoluzione.
Abbiamo da sapere molte più cose (tutti, non solo i medici) e un cervello uguale a quello dei nostri antenati nella Grecia antica, che già si lamentavano per via della vastità delle cose da sapere... Perchè in effetti ci sono sempre state molte più cose da sapere di quante la mente umana possa contenerne.
Sigh. L'eterna aspirazione dell'essere umano alla conoscenza, che nel caso della medicina porta alla "sindrome dell'impostore". Guardando pubmed viene da pensare a quanto il proprio cervello sia del tutto inadeguato a svolgere la professione medica. Troppa vastità. E' troppo difficile... Senza contare che pubmed e i suoi articoli, e la meta-letteratura scientifica ancor meno, non tengono contodi quella dannata variabile che c'è nel lavoro del medico, che è l'uomo. L'uomo inteso come singolo essere vivente, al quale magari un farmaco, che ha funzionato bene in altri diecimila singoli esseri viventi, non fa una mazza. 
Necesse est che io mi dia una calmata, che "allontani da me l'idea che io possa tutto", come pregava Mosè Maimonide, che sappia di non sapere, come dicono Socrate ed Ela, e che speri che quell'uomo non capiti mai davanti a me in ospedale/ambulatorio. E se capiterà, mi dovrò ricordare di chiedere aiuto a chi ne sa più di me, che c'è sempre qualcuno che ne sa più di te e ha un'idea migliore. Mi dovrò ricordare che sono un' impostore (ma impostore femmina si dice impostora? ecco, nemmeno l'italiano so...), che mi chiedono di curare qualcuno anche se io non so quasi nulla di questa benedetta medicina nella quale si dice io sia laureata. E poi dovrò ricordarmi di pubmed. Un articolo al giorno, prima di dormire, e così si tira innanzi. Si mette un po' a tacere la sindrome dell'impostore, sciacquatina alla coscienza che ti imporrebbe di studiare molto di più, anche se hai sonno, senza sapere tutto, anzi, sapendo poco o nulla, sperando che il computer non si rompa e la connessione regga. Sperando comunque, nonostante l'inadeguatezza e l'ignoranza, di poter combinare qualcosa di buono.

martedì 26 aprile 2011

Una storia di liberazione

Lo so, lo so che uno dovrebbe sfruttare le vacanze di pasqua per studiare a palla quella benedetta anatomia rimandata continuamente... Però quest'anno c'era anche il 25 Aprile.
Vorrei raccontare una storia di liberazione, di quelle che magari non finiranno mai nei libri di storia, ma che testimoniano l'ordinaria follia e l'ordinario coraggio tipici di ogni guerra.
Nel 1945 la mia tata (che non è da leggersi babysitter, ma amica di famiglia, che ha cresciuto mia mamma e mio zio, me e le mie cugine, continuando a lavorare, anche oggi che ha più di 80 anni, come fisioterapista... tata nella Livorno da cui proviene significa sorella, quindi, è un po' in questo senso che va letta la parola tata)... La mia tata aveva 20 anni, più o meno.
Era stata sfollata in montagna, non ricordo quale montagna della Toscana, poco tempo dopo l'inizio della guerra, insieme alle sue colleghe e ai bambini di cui si occupavano nel sanatorio per figli di tubercolotici, dove aveva lavorato la sua mamma, dove suo fratello aveva passato praticamente tutta l'infanzia.
Adesso le cose erano ''cambiate'': la mamma era da qualche parte a Livorno, il fratello era stato in Marina, poi aveva disertato e si era unito alle Brigate Partigiane Comuniste.
Il suo gruppo si trovava presso il rifugio di montagna dove erano rintanati la mia tata e i bambini. La notte, ogni tanto, i partigiani andavano a dormire nel rifugio, per scappare la mattina presto, prima che arrivasse la consueta perquisizione tedesca, con tanto di requisizione forzata di quasi tutto il poco che c'era da mangiare e ragazze nascoste sotto il letto, mentre l'anziana direttrice ripeteva "qui non ci sono donne, solo bambine".
A volte arrivava anche il medico delle truppe tedesche. Allora le ragazze potevano uscire. Un controllo veloce a tutti i bambini, somministrazione di quei pochi medicinali che aveva rubato ai suoi commilitoni, gli occhi bassi, velati, e l'italiano stentato che ripeteva "mi vergogno di essere tedesco".
Una notte, mentre la mia tata stendeva i fazzoletti rossi dei partigiani ad asciugare, di notte perchè i tedeschi non li vedessero, arriva suo fratello.
Domani a mezzanotte gli Alleati hanno organizzato un blitz per farvi uscire. Dovete prendere tutti i bambini, e attraversare il grande prato che vi separa dal sentiero che porta a valle, e per fortuna è coperto dalla montagna. Noi e gli americani saremo là.
Bene, bene. Buon piano.
Tutto il giorno seguente è occupato dalla preparazione alla partenza. Si raccoglie quel poco che c'è, si istruiscono i bambini, si decide quali dovranno essere portati in collo, si riflette sul fatto che il prato è veramente ampio e ci vorrà molto tempo per percorrerlo tutto, fino al sentiero riparato. Si aspetta la mezzanotte.
E alle undici di sera arrivano i tedeschi.
Perquisizione.
E ora? Si spera che i tedeschi se ne vadano velocemente.
Siè. Hanno fame. Vogliono mangiare.
Nel frattempo è arrivato anche Aldo. Il fratello della mia tata.
"Siete pronte per scendere..." No, guarda, c'è un problema.
Mentre la direttrice trattiene i tedeschi, si pensa a cosa fare.
E a quel punto, il piano folle di Aldo: preparate loro da mangiare. Tutto quello che c'è.
Poi dategli tutto il vino che è rimasto. Io scendo a valle.
E' quasi mezzanotte e mezzo quando la mia tata gira nella porta la chiave della cucina, rinchiudendo i tedeschi, armati e ubriachi.
Si parte! Un po' in ritardo, ma si parte. Ci vorrà un'ora per percorrere tutto il prato, stando attenti perchè è buio e non si possono accendere luci, bisogna affidarsi solo alle stelle, e alla luna che, fortunatamente o disgraziatamente, è piena.
Sono quasi arrivate al limite del prato, mancheranno cento metri. Cento metri e poi c'è il burrone, davanti, e lateralmente il sentiero, protetto dalla montagna. Cento metri.
E con la luna piena si vede tutto.
Cominciano gli spari. Gli spari dall'alto. I tedeschi si sono svegliati.
E cominciano gli spari anche dal basso.
I partigiani e gli americani si sono accorti che i tedeschi si sono svegliati.
E in mezzo, una quarantina fra donne e bambini.
Teste basse e correre! Correre più veloci che mai, e fregarsene se si perdono i pochi bagagli, correre coi bambini per mano, correre e pregare, pregare...
Grazie a Dio, nessun ferito. E nessun morto.
Non era il 25 Aprile. Forse non era nemmeno il '45, ma uno degli ultimi mesi del '44.
Buon 25 Aprile!

venerdì 15 aprile 2011

Lybia 2

Qualche tempo fa' avevo detto che Emergency non è in Libia.
Forse non c'era ancora ma adesso c'è.
Sono a Misurata, proprio in mezzo alla guerra.
Da Misurata: 13 Aprile
Da Misurata: 12 Aprile
Da Misurata: 11 Aprile

giovedì 14 aprile 2011

Girellando per il cyberspazio...

Girellando per il cyberspazio ho scoperto una cosa curiosa di cui non sospettavo nemmeno l'esistenza: BOINC. Che cos'è?
E' un software. E a rispondere così non si dice nulla.
E' l'acronimo di Berkeley Open Infrastructure for Network Computing. E' un software inventato dall'università di **** (e qui non lo scrivo perchè con un po' d'occhio si ricava dal contesto) che utilizza la potenza inutilizzata dal pc su cui è installato per elaborare dati e fare calcoli che sono utili ad alcuni progetti di ricerca di vario genere, medico, matematico, astronomico.
In pratica il computer quando è acceso e fa' le sue cose normalmente (navigazione, controllo posta, ascolto della musica etc etc) sfrutta le sue reali capacità di calcolo per un 10% o giù di lì. Un po' come il nostro cervello, che lavora sempre in tono minore.
Invece quando c'è BOINC il computer connesso a internet lavora sempre al 100%, manipolando dati che gli vengono inviati dai vari progetti di ricerca che si servono di lui.
Secondo wikipedia (nota fonte di notizie certe e comprovate :P) BOINC conta circa 485.000 computer attivi (hosts) intorno al mondo che elaborano una media di 5.053 PetaFLOPS (alla data del 6 febbraio 2011) posizionandosi - come potenza di calcolo – al di sopra del supercomputer più veloce al momento (Tianhe-1, con un rate di elaborazione di 2.507 PetaFLOPS).
Fra le ricerche che lo utilizzano, alcune mi sono sembrate interessanti. Malariacontrol, per esempio, che si propone di elaborare dei modelli di simulazione delle dinamiche di trasmissione del Plasmodium falciparum, allo scopo di simulare l'attuale stato della malaria nel mondo per distribuire in maniera più efficace supporti medici. Oppure il progetto SETI per la ricerca degli alieni... :-)
La scoperta di Boinc mi ha fatto venire in mente un paio di cose.
1) I computer.
Mio nonno era un geografo, lavorava alle officine Galileo a Firenze, e alle officine Galileo avevano un computer. Mio babbo non si ricorda a che cosa servisse (e mio nonno non può più dircelo...), ma si ricorda che una volta il nonno lo portò a vedere il computer. Occupava una stanza intera. Indicando quell'enorme macchina mio nonno disse: "guarda bene, questo è il futuro."
Come avevi ragione, nonno!
Adesso i computer servono a tutto, e la ricerca scientifica è di certo quella che più si è giovata di questo. Capacità di trattare milioni di dati e di calcoli, trascriverli e puff, ecco fuori il risultato. Altro che Einstein, che si faceva fare dalla moglie i conti sulla teoria della relatività.
Quello che spero è che al computer non venga mai data troppa libertà.
Nel senso, elabora sì il dato, mettilo in ordine, fa' una statistica, ma poi basta. Perchè il cervello forse non può essere usato al 100% ma funziona comunque sempre meglio di un computer.
2) La condivisione.
Il potere di calcolo di decine di migliaia di computer supera quello del più grosso supercomputer. Vorrà dire qualcosa? Che queste stupide macchine ci stiano indicando, nella freddezza dei loro codici binari, che condividendo si raggiungono i migliori risultati? Che l'oceano è fatto di gocce?
E c'era bisogno del computer per ricordarselo?

Ok, io penso che installerò Boinc, previa consultazione con il mio webmaster altrimenti mi sbrana e mi distrugge il computer. Preparati, mio caro pc: d'ora in avanti SI COMINCIA A LAVORARE!

sabato 9 aprile 2011

Assignment 3

Ho finito da poco di leggere "Coltivare le connessioni". L'ho letto sotto un albero, seduta per terra, con davanti un bel vigneto. Sono veramente fortunata! Vivere in campagna può essere una noia per le relazioni umane, ma permette di entrare in comunione con la natura, qualcosa che è difficile fare abitando in centro...
Questo che ho scritto qui sopra c'entra abbastanza col commento a "Coltivare le connessioni", compito dell'Assignment 3. Leggendolo mi sono venute in mente un sacco di cose: ma veramente, dovrei scrivere un altro pamphlet di commento al pamphlet e penso di non averne il tempo, e che non possa neanche risultare troppo interessante. Così voglio riferirmi soltanto a un'idea espressa nella parte 'oi dialogoi' (dal prof): "Una delle cose che vorrei comunicarvi è proprio l'idea che si possa essere anche persone vere e tecnologiche, recuperando la nostra percezione delle cosa vive per usare davvero bene internet che è massimamente viva".
Penso che la dicotomia 'verità/tecnologia' esista. 'Verità/tecnologia' non rende molto l'idea: meglio usare 'realtà' e 'realtà virtuale', o spazio e cyberspazio, per evitare diciture inflazionate.
Nello spazio c'è il sole, il cielo, gli alberi, il mare, le nuvole, la luna, il mio gatto che ronfa, il mio tavolo ingombro di libri, la mia biblioteca biomedica, i miei amici che studiano, la mia sorella che si incavola.
Esistono a tutto tondo: sono 'cose' (usato in senso improprio) che sento con le orecchie, vedo con gli occhi, posso toccare, di cui posso sentire l'odore (io no perchè ho il raffreddore 365gg l'anno...).
Invece il cyberspazio è essenzialmente scritto. Un'insieme di parole/immagini su un foglio.
Quello che sto malamente cercando di esprimere è che il cyberspazio, lo stare un'ora connessa a internet leggendo blog e cercando connessioni, non solo con persone ma anche con idee e informazioni, non mi da' le stesse emozioni che stare un'ora fuori con gli amici o da sola a spasso per i campi (o mamma, messa così fa' molto Heidi...), non mi da' la stessa soddisfazione, lo stesso divertimento, la stessa sensazione di star vivendo un'esistenza piena e ricca.
Forse è un problema mio. Forse è una questione di evoluzione.
Mi immagino che magari i miei figli o nipoti saranno talmente abituati al cyberspazio da viverlo come se fosse reale. Magari sono io indietro e nella linea evolutiva sono ferma all'omino col martello pneumatico mentre qualcuno è già all'omino al computer.

P.S.
Ho deciso di mandare per e-mail "Coltivare le connessioni" alla mia prof di Filosofia (che alcune di questa blogoclasse conoscono bene :-)), che secondo me ha capito e applica benissimo il concetto di PLE in filosofia e storia...infatti si scontra (e a volte cade...) continuamente col sistema del voto, che è quanto di più distante dal PLE si possa immaginare... 
 

mercoledì 30 marzo 2011

Assignment 4-Part One

L'assignment 4 parla di siti web preferiti, e di farsi una specie di agenda in hosting (forse non è il termine corretto, ma così mi autocapisco) condivisa con altri utenti del sito host, in modo che tu possa accederci da qualsiasi computer del mondo e che tu possa vedere quali siti interessano agli altri, e prendere spunto. Inoltre prevede anche di taggare i siti scelti per facilitare il tutto... ok. Io sono un po' scettica. E la sana memoria? Non è così difficile ricordarsi http://www.med.unifi.it/ o http://iamarf.org/ o http://www.wikipedia.it/ o http://www.google.it/, che serve nel caso in cui non ti ricordi http://www.qualcosa.it/, in fondo anche google lavora con un sistema di parole chiave... insomma, mi pare evidente che la funzione di questo servizio di preferenze non sia di memorandum ma di condivisione: io vedo il tuo sito preferito, tu vedi il mio e poi scopriamo che in realtà io preferisco il tuo e tu il mio. Forse sono scettica perchè sono nuova di questo mondo e non ho molti preferiti. Uso internet un po' come un'enciclopedia: scrivo su google quello che mi interessa sapere, mi leggo le prime due o tre risposte (se mi sembrano affidabili: p.e. se c'è scritto 'università di' etc etc) e poi se mi va approfondisco leggendo su altri siti. Insomma, il mio rapporto con i siti internet è molto una tantum, e poi tanti saluti. E per i due/tre siti che mi interessano ho scoperto grazie all'ass.2 i feed RSS...
Forse non ho ancora capito come si vive in questo cyberspazio, non sono entrata ancora a fondo nelle sue potenzialità. Forse perchè con questa allergia che mi ritrovo se sto più di un'oretta al computer poi non ho più due occhi, ho due palloni da basket.
Bene, farò comunque l'assignment, così vediamo se capisco qualcosa di nuovo! :-)

lunedì 28 marzo 2011

Sull'insegnamento

Non sono esattamente la persona adatta per parlare di questo argomento. Non ho mai fatto l'insegnante, credo di non sapere assolutamente cosa voglia dire fare l'insegnante, o meglio, essere insegnante... O meglio, essere maestro. La parola maestro mi piace di più.
Ho avuto la fortuna, nella mia esistenza scolastica, di incontrare raramente psicopatici, insopportabili, stronzi, e quando li ho incontrati sono sempre riuscita a stare il più lontano possibile da loro e dalle loro follie, senza pretendere che mi insegnassero nulla, se non il fatto che il mondo è pieno di psicopatici, insopportabili, stronzi. Ma devo dire che ho avuto più buoni che cattivi maestri, nonostante il declino di questo 'corso di simulazione della vita' che è la scuola (ma sarà vero declino, poi? o è sempre stato così?).
Sicuramente quindi, fra i frequentatori di questa blogoclasse, ci sono persone molto più qualificate di me per parlare di questo argomento. Quello che vorrei dire, però, è che oggi ho avuto un professore che ha iniziato la lezione in modo atipico. Gli studenti del primo anno di medicina dell'Unifi lo sanno, per gli altri (se ve ne sono :P) non c'è bisogno di riassumere il casus belli che il prof ha usato per dare il suo messaggio.
"Non abbiate paura della libertà e della responsabilità che essa comporta. E se avete paura, uscite da questa stanza e rinunciate a fare questo mestiere"
O cavolo!
Ecco, forse dopo undici anni di università di Istologia non saprò più nulla (con buona pace di questo prof), ma sicuramente mi ricorderò della libertà e della responsabilità...forse questo prof non ha detto niente di nuovo, niente di originale, forse è stato retorico, forse scontato...ma in fondo le cose serie da dire e insegnare sono quelle tre o quattro, non c'è bisogno di novità. Solo di qualcuno che le dica e che provi ad insegnarle... Io sono stata fortunata. Ho trovato, e dovunque mi guardi intorno continuo a trovare persone che con le parole e (più raramente, devo essere sincera) con l'esempio cercano di insegnare non soltanto nozioni, ma anche un modo di essere. Che magari a volte non si condivide fino in fondo, ma che comunque è qualcosa con cui confrontarsi, per costruire il proprio modo di essere...
Penso a tutti quelli che non hanno mai incontrato un maestro. O che l'hanno incontrato, ma erano troppo chiusi o disperati (o ottusi) per accorgersene, o troppo silenziosi perchè il maestro si accorgesse di loro.

domenica 27 marzo 2011

Non aprite quella porta

Lorem ipsum vim ut utroque mandamus intellegebat, ut eam omittam ancillae sadipscing, per et eius soluta veritus.
...
paura, eh?
Cari amici e amiche del liceo classico (ma anche dello scientifico o del linguistico) non abbiate paura: NON E' LATINO.
Ci ho messo mezz'ora per capirlo, ma alla fine la parola 'sadipscing' mi ha portata sulla retta via, e ha messo a tacere la mia coscienza sconvolta perchè della frase sopra, dopo 8 (ebbene sì, io ho fatto 8 anni di latino, anche se solo 5 di liceo) lunghi anni passati sul G, non riuscivo a capire una mazza.
Non è latino, è LATINORUM.
E l'ho trovato andando a aprire 'Design' su blogger, e cliccando su 'modifica post'. Questo era il testo del 'post di prova', diciamo. Quello esemplificativo di come appare il post sul blog.
Sono scoppiata a ridere! Io penso che questi programmatori si divertano un sacco a inventarsi queste boiate... Mi vedo la scena: questi due chini sul computer da mane a sera, con gli occhi rossi da radiazioni computerifere (perchè a stare al computer vengono gli occhi rossi, che nessuno dica il contrario), le schiene gobbe, il cervello più o meno in pappa e la sindrome del tunnel carpale da mano eternamente sul mouse (Paternostro docet), "s'è finiho" (perchè il programmatore è OVVIAMENTE toscano... XD) "no aspetta, ci manca il post di prova" "che si scrive?" "provaprovaprovaprovaprovaprova" "noo, troppo easy" (perchè il programmatore parla un mix di italiano e globish) "fffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff?" "non ha senso" "fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" (notare come il programmatore utilizzi la notazione corretta della parola, cAnoscenza e non cOnoscenza. Perchè il programmatore è tutto tranne che ignorante...) "ha troppo senso" "scemo chi legge" "sì, così ci denunciano" (perchè il programmatore, fan sfegatato di Julian Assange e compagnia, ha il terrore costante che un giorno qualcuno venga a prenderlo sotto casa per portarlo via dai suoi cari-computers-)  "sopra la panca la capra canta sotto la panca la capra crepa" "come?" "sopra la panca la capra canta sotto la campa la crapra crepa" "come?" " sopra la panca la crapra canta sotto la pranca la campa crepra" "come?" "basta, m'hai rotto i..." "scriviamo lorem ipsum vim ut utroque mandamus intellegebat, ut eam omittam ancillae sadipscing, per et eius soluta veritus"
attimo di silenzio.
"forte, che vuol dire?" "nulla, ma di sicuro qualcuno passerà mezz'ora a cercare di tradurla a braccio, la copierà e la metterà su splashlatino sperando di trovarla, e non la troverà, poi passerà un'altra mezz'ora a cercare il vecchio dizionario di latino nel capanno in giardino (e qui si sbaglia, perchè io ce l'avevo in casa, sepolto da altre decine di libri, ma comunque in casa), altri 10 minuti a cercare lorem sul dizionario (e a cercarlo, inoltre, sotto 'fero', memore di quel 'fero fers tuli latum ferre'...ah, ma 'lorem' non c'era?) e la costruzione di intellego con ut (che non c'è)...e pensando di essere un ignorante si strapperà i capelli e innalzerà cori di ululii (notare il ricordo dell'Eneide che ha questo programmatore, incredibilmente colto...), finchè..."
Finchè avendo tempo da perdere ci scriverà sopra un post delirante...e vabbè...

sabato 26 marzo 2011

Lybia

"Sua moglie glielo aveva detto di parlargli. E anche i fratelli avevano insistito che lo bloccasse. Ma la verità è che Hasan non era mai stato così fiero di suo figlio Ahmed come quel giorno, quando gli disse che si univa al fronte per liberare il paese. E lo lasciò andare con la sua benedizione. Come padre, apprezzava quel coraggio e quella generosità. Partire a 24 anni come volontario, con una laurea in medicina e senza armi, per curare i feriti di guerra, in nome della libertà. Sono passati 13 giorni da quando se ne è andato. E oggi suo padre è la prima volta che viene a cercarlo al fronte. A cercarlo sì, perché nel frattempo Ahmed è finito nella lista dei dispersi."
http://fortresseurope.blogspot.com/

sabato 19 marzo 2011

Articolo 11


Ed eccoci in guerra.
17:45 inizio operazioni militari, secondo il ministro degli esteri francese.
Comando delle operazioni NATO: Napoli.
“Non siamo più abbandonati” dicono i ribelli.
Meno male?
Forse.
Bello, sapere che finalmente i giovani libici non verranno più massacrati senza che nessuno dica nulla.
Bello.
Ma come si fa a dir ‘bello’ ad una guerra? Come può esserci, ancora oggi, nel ventunesimo secolo, bisogno della guerra perché ci sia la libertà? Com’è possibile che non ci sia mai un’altra soluzione?
Com’è possibile che un dittatore possa resistere per anni opprimendo il suo popolo come gli pare? Com’è possibile che, quando sono iniziate le proteste, non fosse possibile una risoluzione pacifica?
Fino a pochi minuti fa’ ero entusiasta del vento di libertà nel mondo arabo.
Speravo che l’occidente prendesse in mano la situazione.
Speravo…mi sono accorta dell’errore enorme che ho fatto.
Ho sperato per una guerra.
Perché avere un’opinione è sempre così difficile…
Eccolo, il 2011, il ventunesimo secolo. Un’altra guerra. Un disastro nucleare.
Le nuove democrazie (se reggono) di Egitto e Tunisia, la semi-distruzione del Giappone, questa guerra, e una delle prime volte insieme (penso) di Lega Araba e NATO, siamo di fronte a un cambiamento nella storia del mondo?
Perché ogni volta che accade qualcosa di impensabile si pensa che cambierà tutto. Che il futuro sia alle porte. Che poi ci sarà una vita migliore.
Ma qual è la storia del mondo?
Guerra. Guerra mondiale, lampo, fredda, civile, preventiva, guerra ‘missione di pace’.
Cambierà qualcosa?
Non lo so, ma di sicuro stiamo osservando eventi che i nostri figli studieranno sui libri di storia, e dovremo trovare il modo di spiegar loro perché non c’era altra soluzione.

feed rss

Scrivo come ho fatto a trovare i feed rss di 2 siti che mi interessano molto: msf e amnesty international.
sono andata nella home page e ho seguito le istruzioni.
...
ok, ho fatto un po' di più di questo, ma solo perchè me l'ha spiegato il sito come fare... più mi addentro nel cyberspazio e più mi rendo conto di quanto questo sia 'intuitivo'. per sottoscrivere pigia sottoscrivi, per spengere pigia spengi etc etc etc, insomma segui sempre quello che ti dice il computer (o meglio, l'uomo che c'era dietro al computer) e vedrai che da qualche parte vai a finire... sul sito di amnesty ti spiegano addirittura, in modo elementare e chiaro (anche se meno chiaro del prof, e non lo dico per ruffianeria...), come si fa a procacciarsi un aggregatore (msf ti dice 'vatti a cercar su wikipedia come si fa' a trovarsi un aggregatore', della serie 'non pretenderai che ti dica tutto io, vero?'). L'altro giorno, cmq, grande senso di inferiorità, quando ho scoperto che MIA NONNA (84 anni) usa i feed rss da anni... cmq grande soddisfazione quando le ho fatto rifunzionare la stampante (semplicemente dandole un calcio...).
ok, sto divagando.
per msf: andare sul sito http://www.medicisenzafrontiere.it/ , c'è una colonna sulla dx (del paziente in posizione anatomica), si scende un po' in giù e poi c'è 'le notizie di msf via RSS'. si clicca lì. per lì intendo sul testo, nn sul logo del feed, perchè il logo del feed ti porta da un'altra parte (nn ho capito dove ma nn serve). lì c'è una pagina dove ti spiega tutto, in realtà basta copiare il link che ti indica http://www.medicisenzafrontiere.it/rss/rss_home.xml e incollarlo sul tuo aggregatore (da google reader: aggiungi sottoscrizione). poi aggiungere un bel po' di cccolla vinilica.
Fatto?
amnesty international: http://www.amnesty.it/index.html... in alto a sx minuscolo rettangolino arancione con scritto rss. cliccare lì. si apre la pagina dove ti dice tutto sui feed, che cosa sono a che servono e ti dice dove prendere un aggregatore (là dice di installarlo sul computer oppure che con IE e altri nn importa)... poi ti dà, in fondo, i feed suddivisi per argomento. ti dice clicca col tasto destro, poi copia collegamento e incolla sul tuo aggregatore.
Fine.

lunedì 14 marzo 2011

Giappone 2bis

Piccola selezione di brani tratti dall'ANSA, non perchè non abbia più voglia di scrivere, ma perchè penso che sinceramente non ci sia molto di più da dire...


Il governo giapponese ha parlato di possibili rischi di processo di fusione nei reattori 1 e 3 della centrale Fukushima n.1, sulla costa nordest del Giappone, colpita venerdì scorso dal terremoto e dal seguente tsunami. Ora rischia di esplodere il reattore n.3, che ha anche subito forti danni alle barre di combustibile. I tentativi di evitarlo, ha riferito il ministro dell'Economia e dell'Industria nipponico, "non hanno avuto effetti". Fumo esce anche da un'altra centrale nucleare della prefettura di Miyagi. E l'Aiea lancia l'allarme.
AIEA; EMERGENZA IN ALTRA CENTRALE - E' stato decretato lo stato d'emergenza in una seconda centrale nucleare in Giappone, colpita dal devastante terremoto di venerdì. Lo ha reso noto l'Aiea (Agenzia internazionale dell'energia atomica).

FUMO ANCHE DA CENTRALE MIYAGI - L'uscita di fumo è stata anche segnalata da un'altra centrale nucleare della prefettura di Miyagi. Lo riferisce la tv pubblica, la Nhk.


GOVERNO, PROBLEMA REATTORE RESTA GRAVE - "Stiamo verificando lo stato delle barre del combustibile del reattore n.3'". Lo ha detto il portavoce del governo, Yukio Edano, precisando che "l'acqua nel reattore tende a non salire. La situazione resta critica".
AMB.FRANCIA INVITA A LASCIATE TOKYO - L'ambasciata di Francia a Tokyo invita i propri cittadini a lasciare Tokyo e la sua regione, per i rischi collegati al terremoto, incluso "il rischio di contaminazione". L'ambasciata di Francia ha raccomandato ai suoi cittadini di lasciare Tokyo e la regione del Kanto, l'area metropolitana, a causa del rischio di altri terremoti e l'incertezza circa la situazione dei danni agli impianti nucleari. "Sembra ragionevole consigliare a coloro che non hanno un particolare motivo per rimanere nella regione di Tokyo, a lasciare la regione del Kanto per un paio di giorni", si legge in una nota sul web della rappresentanza diplomatica in Giappone, che può essere letto con difficoltà a causa dell'eccessivo numero di contatti. "Consigliamo caldamente ai nostri cittadini - si può leggere ancora - di non recarsi in Giappone e si consiglia vivamente di ritardare un viaggio previsto". Quanto alle ipotesi sullo scenario nucleare, "forse l'esplosione di un reattore ha causato il rilascio di gas radioattivo che potrebbe raggiungere Tokyo in poche ore, a seconda della velocità e direzione del vento. Il rischio è quello della contaminazione. Il periodo critico è di tre o quattro giorni a venire".

RISCHIO ESPLOSIONE A REATTORE N3  - C'é il rischio che il reattore n3 di Fukushima, ora sotto stress, possa avere un'esplosione simile a quella del reattore n1. Lo ha detto il capo di gabinetto, Yukio Edano, parlando dell'accumulo di idrogeno a causa della decompressione in corso.
"Anche se in teoria si verificasse l'esplosione, il reattore non avrebbe problemi", ha spiegato Edano, ripercorrendo quasi lo stesso copione di ieri, proprio i relazione a quanto accadrebbe al cosiddetto 'piano operativo', la grande camera sistemata sul reattore. Edano ha anche sottolineato che "il volume delle radiazioni del reattore n1 sta scendendo velocemente.


RISCHI FUSIONE IN 2 REATTORI - Il governo giapponese ha messo in guardia dai rischi di processo di fusione nei reattori 1 e 3 della centrale Fukushima n1, colpita venerdì scorso dal terremoto e tsunami. "Riteniamo sia altamente possibile che si sia verificata una concentrazione", ha risposto in conferenza stampa il portavoce del governo, Yukio Edano, quanto ai rischi di fusione: "non possiamo verificare ciò che accade nel cuore del reattore, ma stiamo facendo passi in avanti rispetto a questa ipotesi". Parlando dei lavori di messa in sicurezza dei due reattori di Fukushima, Edano ha riconosciuto che i livelli di radiazione sono saliti per lo sfogo di vapore leggermente contaminato, tra le operazioni per abbassare la pressione combinata al pompaggio di acqua di raffreddamento. "L'aumento dei livelli di radiazioni è stata finora nel range previsto, mentre continuano le attivita", ha osservato ancora Edano, aggiungendo che le fluttuazioni dei livelli radioattivi non comportano preoccupazioni per la salute. "E' però verosimile vedere più fluttuazioni, mentre continuano le operazioni di decompressione", ha concluso. Da parte sua, anche Tepco, il gestore dell'impianto, ha ribadito non ci sono rischi di contaminazione.



AIEA, 140 MILA EVACUATI DA AREA FUKUSHIMA - Sono circa 140 mila le persone evacuate dall'area in cui sorgono Fukushima 1 e Fukushima 2, le due centrali nucleari rimaste danneggiate dal violento sisma che ieri ha colpito il Giappone. Lo ha reso noto stasera l'Aiea, l'Agenzia dell'Onu per l'energia nucleare, in un comunicato diffuso dalla sua sede di Vienna dopo avere ricevuto informazioni direttamente dalle autorità nipponiche. Secondo l'Aiea, dall'area di Fukushima 1 sono state allontanate 110 mila persone che si trovavano all'interno di un raggio di 20 chilometri dall'impianto. Dall'area attorno alla seconda centrale sono state fatte evacuare 30 mila persone. La procedura, secondo l'Aiea, è stata completata.

...okay, ora qualche info generica rubata a Wikipedia. Nella prefettura di Fukushima (in verde scuro nell'immagine) ci sono una decina di centrali nucleari. Fukusima Daichi, quella che ci interessa, ha 6 reattori nucleari. Il giorno del terremoto il 4, il 5 e il 6 erano spenti per manutenzione. Il terremoto non ha creato danni alla centrale: i reattori funzionanti si sono spenti automaticamente e un sistema di riserva ha fornito l'energia necessaria a mantenere stabili le condizioni dei reattori. Solo che quando è arrivato lo Tsunami ha ''spento'' i sistemi di riserva. Risultato: incremento di pressione e temperatura nel nucleo del reattore con conseguente rischio di fusione. I tecnici sono riusciti a installare delle unità mobili di energia che hanno stabilizzato il reattore 2 e, si pensava fino a poco fa', anche il 3, ma l'energia non è stata sufficiente a stabilizzare l'1. Ora ci sono problemi anche al 3. Poi ci sono problemi a Fukushima Daini, la centrale n°2 dell'area di Fukushima.
E ora, Miyagi.

in rosino nella cartina. La Prefettura di Miyagi è stata uno dei posti più colpiti dallo Tsunami. 10.000 morti.


Forse qualcuno si sta chiedendo il perchè delle cartine. Del tentativo di precisione nella descrizione dei luoghi. Beh, se potessi, io scriverei i nomi di tutte le vittime dei disastri nucleari, della fame, delle guerre che stanno opprimendo la specie umana. Sento il bisogno della precisione, e mi sento in colpa perchè sicuramente ci sono centinaia di vicende drammatiche che non conosco. E per cui non so cosa potrei fare.

domenica 13 marzo 2011

Giappone 2

Piccola selezione di brani tratti dall'ANSA, non perchè non abbia più voglia di scrivere, ma perchè penso che sinceramente non ci sia molto di più da dire...


Il governo giapponese ha parlato di possibili rischi di processo di fusione nei reattori 1 e 3 della centrale Fukushima n.1, sulla costa nordest del Giappone, colpita venerdì scorso dal terremoto e dal seguente tsunami. Ora rischia di esplodere il reattore n.3, che ha anche subito forti danni alle barre di combustibile. I tentativi di evitarlo, ha riferito il ministro dell'Economia e dell'Industria nipponico, "non hanno avuto effetti". Fumo esce anche da un'altra centrale nucleare della prefettura di Miyagi. E l'Aiea lancia l'allarme.
AIEA; EMERGENZA IN ALTRA CENTRALE - E' stato decretato lo stato d'emergenza in una seconda centrale nucleare in Giappone, colpita dal devastante terremoto di venerdì. Lo ha reso noto l'Aiea (Agenzia internazionale dell'energia atomica).

FUMO ANCHE DA CENTRALE MIYAGI
- L'uscita di fumo è stata anche segnalata da un'altra centrale nucleare della prefettura di Miyagi. Lo riferisce la tv pubblica, la Nhk.


GOVERNO, PROBLEMA REATTORE RESTA GRAVE - "Stiamo verificando lo stato delle barre del combustibile del reattore n.3'". Lo ha detto il portavoce del governo, Yukio Edano, precisando che "l'acqua nel reattore tende a non salire. La situazione resta critica".
AMB.FRANCIA INVITA A LASCIATE TOKYO - L'ambasciata di Francia a Tokyo invita i propri cittadini a lasciare Tokyo e la sua regione, per i rischi collegati al terremoto, incluso "il rischio di contaminazione". L'ambasciata di Francia ha raccomandato ai suoi cittadini di lasciare Tokyo e la regione del Kanto, l'area metropolitana, a causa del rischio di altri terremoti e l'incertezza circa la situazione dei danni agli impianti nucleari. "Sembra ragionevole consigliare a coloro che non hanno un particolare motivo per rimanere nella regione di Tokyo, a lasciare la regione del Kanto per un paio di giorni", si legge in una nota sul web della rappresentanza diplomatica in Giappone, che può essere letto con difficoltà a causa dell'eccessivo numero di contatti. "Consigliamo caldamente ai nostri cittadini - si può leggere ancora - di non recarsi in Giappone e si consiglia vivamente di ritardare un viaggio previsto". Quanto alle ipotesi sullo scenario nucleare, "forse l'esplosione di un reattore ha causato il rilascio di gas radioattivo che potrebbe raggiungere Tokyo in poche ore, a seconda della velocità e direzione del vento. Il rischio è quello della contaminazione. Il periodo critico è di tre o quattro giorni a venire".

RISCHIO ESPLOSIONE A REATTORE N3 
- C'é il rischio che il reattore n3 di Fukushima, ora sotto stress, possa avere un'esplosione simile a quella del reattore n1. Lo ha detto il capo di gabinetto, Yukio Edano, parlando dell'accumulo di idrogeno a causa della decompressione in corso.
"Anche se in teoria si verificasse l'esplosione, il reattore non avrebbe problemi", ha spiegato Edano, ripercorrendo quasi lo stesso copione di ieri, proprio i relazione a quanto accadrebbe al cosiddetto 'piano operativo', la grande camera sistemata sul reattore. Edano ha anche sottolineato che "il volume delle radiazioni del reattore n1 sta scendendo velocemente.


RISCHI FUSIONE IN 2 REATTORI - Il governo giapponese ha messo in guardia dai rischi di processo di fusione nei reattori 1 e 3 della centrale Fukushima n1, colpita venerdì scorso dal terremoto e tsunami. "Riteniamo sia altamente possibile che si sia verificata una concentrazione", ha risposto in conferenza stampa il portavoce del governo, Yukio Edano, quanto ai rischi di fusione: "non possiamo verificare ciò che accade nel cuore del reattore, ma stiamo facendo passi in avanti rispetto a questa ipotesi". Parlando dei lavori di messa in sicurezza dei due reattori di Fukushima, Edano ha riconosciuto che i livelli di radiazione sono saliti per lo sfogo di vapore leggermente contaminato, tra le operazioni per abbassare la pressione combinata al pompaggio di acqua di raffreddamento. "L'aumento dei livelli di radiazioni è stata finora nel range previsto, mentre continuano le attivita", ha osservato ancora Edano, aggiungendo che le fluttuazioni dei livelli radioattivi non comportano preoccupazioni per la salute. "E' però verosimile vedere più fluttuazioni, mentre continuano le operazioni di decompressione", ha concluso. Da parte sua, anche Tepco, il gestore dell'impianto, ha ribadito non ci sono rischi di contaminazione.


AIEA, 140 MILA EVACUATI DA AREA FUKUSHIMA - Sono circa 140 mila le persone evacuate dall'area in cui sorgono Fukushima 1 e Fukushima 2, le due centrali nucleari rimaste danneggiate dal violento sisma che ieri ha colpito il Giappone. Lo ha reso noto stasera l'Aiea, l'Agenzia dell'Onu per l'energia nucleare, in un comunicato diffuso dalla sua sede di Vienna dopo avere ricevuto informazioni direttamente dalle autorità nipponiche. Secondo l'Aiea, dall'area di Fukushima 1 sono state allontanate 110 mila persone che si trovavano all'interno di un raggio di 20 chilometri dall'impianto. Dall'area attorno alla seconda centrale sono state fatte evacuare 30 mila persone. La procedura, secondo l'Aiea, è stata completata.

...okay, ora qualche info generica rubata a Wikipedia. Nella prefettura di Fukushima (in verde scuro nell'immagine) ci sono una decina di centrali nucleari. Fukusima Daichi, quella che ci interessa, ha 6 reattori nucleari. Il giorno del terremoto il 4, il 5 e il 6 erano spenti per manutenzione. Il terremoto non ha creato danni alla centrale: i reattori funzionanti si sono spenti automaticamente e un sistema di riserva ha fornito l'energia necessaria a mantenere stabili le condizioni dei reattori. Solo che quando è arrivato lo Tsunami ha ''spento'' i sistemi di riserva. Risultato: incremento di pressione e temperatura nel nucleo del reattore con conseguente rischio di fusione. I tecnici sono riusciti a installare delle unità mobili di energia che hanno stabilizzato il reattore 2 e, si pensava fino a poco fa', anche il 3, ma l'energia non è stata sufficiente a stabilizzare l'1. Ora ci sono problemi anche al 3. Poi ci sono problemi a Fukushima Daini, la centrale n°2 dell'area di Fukushima.
E ora, Miyagi.
in rosino nella cartina. La Prefettura di Miyagi è stata uno dei posti più colpiti dallo Tsunami. 10.000 morti.


Forse qualcuno si sta chiedendo il perchè delle cartine. Del tentativo di precisione nella descrizione dei luoghi. Beh, se potessi, io scriverei i nomi di tutte le vittime dei disastri nucleari, della fame, delle guerre che stanno opprimendo la specie umana. Sento il bisogno della precisione, e mi sento in colpa perchè sicuramente ci sono centinaia di vicende drammatiche che non conosco. E per cui non so cosa potrei fare.

sabato 12 marzo 2011

Giappone

Fra tutti i fatti drammatici che stanno accadendo in Giappone scrivo soltanto di uno, che si ricollega al post precedente sull'energia atomica.
Qui sotto l'articolo preso dal Corriere della Sera online:

Danneggiato anche un secondo sito nucleare

Esplosione alla centrale nucleare
La tv: «Distrutta la gabbia del reattore»

Scoppio a Fukushima, nuvola di fumo bianco sopra l'impianto. Appello alla popolazione: «Non uscite»

MILANO - Un'esplosione si è verificata nella centrale nucleare Fukushima N°1, la stessa all'esterno della quale già venerdì era stata registrata attività radioattiva superiore ai limiti, tanto da indurre il governo a decretare l'obbligo di evacuazione per un raggio di dieci chilometri. Si parla di non meno di 45 mila persone costrette a lasciare le proprie abitazioni per motivi di sicurezza. La televisione Nhk ha mostrato una nuvola di fumo bianco sopra la centrale. E secondo l'emittente l'esplosione sarebbe stata molto più potente delle iniziali stime, al punto che si sarebbe polverizzata la gabbia di esterna di contenimento di uno dei reattori. Il tetto e parte delle mura dell'edificio sono crollate e alcuni operai sarebbero rimasti feriti.


APPELLI ALLA POPOLAZIONE - Alla popolazione residente nell'area più vicina all'impianto nucleare, quella parte che non è stata ancora evacuata, è stato chiesto di rimanere in casa e non aprire nè porte nè finestre. La tv ha anche consigliato gli abitanti della zona vicino alla centrale nucleare di proteggersi contro le radiazioni. Secondo gli esperti, è necessario coprirsi naso e bocca con asciugami bagnati e lavarsi le mani non appena rientrati in casa. La gente deve inoltre evitare verdure, altri cibi freschi e acqua del rubinetto, prima del via libera delle autorità.
GLI IMPIANTI DANNEGGIATI - In ogni caso, resta alto l'allerta sulle centrali nucleari messe alla prova dal sisma. Nella zona più direttamente colpita dal terremoto e dal successivo tsunami sono almeno una decina gli impianti in funzione. E almeno un paio di essi sono stati seriamente danneggiati. Oltre alle vicende che riguardano la centrale di Fukushima N1, (la Fukushima-Daiichi), problemi di raffreddamento si sono verificati anche in una seconda centrale nucleare, quella di Fukushima-Daini, la N.2. A comunicarlo all'agenzia stampa Kyodo è stata la Tokyo Electric Power Company, citata dalla Bbc. A non funzionare è in questo caso il sistema di raffreddamento di tre reattori. L'impianto in questione si trova a una distanza di 11 km dal primo, ancora sotto osservazione. Nella centrale Fukushima N.1, infatti, sono stati rilevati livelli di radioattività 1000 volte più alti della norma, all'interno della sala di controllo. Nell'area esterna si sono registrati, invece, livelli 8 volte superiori alla soglia critica. Si tratta comunque di valori che, stando a quanto affermato dalla tv pubblica nipponica, non costituirebbero pericolo per la salute pubblica.

...okay, non diffondiamo il panico, ma livelli 8 volte superiori alla soglia critica come fanno a non costituire un pericolo? Se c'è una soglia critica vuol dire che al di sopra della soglia ci sono delle 'criticità', a rigor di logica...

venerdì 11 marzo 2011

Dove si nasconde l'Occidente?

E ora parliamo di Libia. Egitto. Tunisia. Etc. Insomma dell'ondata di rivoluzioni che sta sommergendo il nordafrica e la penisola araba. Delle migliaia di persone che hanno combattuto e stanno combattendo per la LIBERTA' e la DEMOCRAZIA, per una COSTITUZIONE e una vita migliore.
Annozero, ore 21.30, ieri (10 Marzo). Reportage di apertura di non so chi; da qualche parte al confine sud della Tunisia. Città 'invasa' dai profughi libici: asiatici, tunisini, egiziani soprattutto. E' una vera invasione: sono in numero molto superiore agli abitanti della città, non ci sono 'centri di identificazione', non c'è cibo, acqua per tutti, condizioni igieniche allo 0%. Soccorritori locali, davanti a una tenda-ospedale. "Stiamo facendo il possibile; nessuno lavora più; stiamo tutti cercando di aiutarli". Ed è vero, almeno così dicono le immagini: distribuzioni di pane, di acqua, tentativi di mettere ordine, di raggruppare le persone, di dar loro un tetto.
Ciò che colpisce di più è che i soccorritori hanno gli stessi volti di quelli che vengono soccorsi.
Stesse facce dai tratti arabi, la pelle scura, le barbe, donne poche e velate, stessi abiti malconci, kefie, speranze. Gli unici che si distinguono sono i medici; uguali, nei loro camici bianco polveroso, a tutti i medici del mondo.
E sembra strano; sembra strano perchè uno è abituato a vedere in mezzo alle tragedie una serie di faccette bianche con magliette più o meno bianche con scritto MSF, EMERGENCY, CR e affini. Ma in quel video non ce ne sono.
''Siamo soli'' dice (più o meno, è un po' un sunto del discorso) un uomo che sembra un po' il capo, è un leader e si vede ''dov'è l'Europa? Dove sono gli Stati Uniti? Non potete interessarvi soltanto al petrolio... Ci hanno detto 'vi manderemo i soldi' ma non è di soldi che abbiamo bisogno, abbiamo bisogno di cibo, di acqua, di medicinali, di personale. Queste sono persone che vogliono tornare a casa, abbiamo bisogno di navi e di aerei. Se non ci aiuterete, questa rivoluzione fallirà, non potete disinteressarvi della libertà. Se non ci aiuterete, non venite quest'estate a prendere il sole sulle coste tunisine: NON VI VOGLIAMO. Se non ci aiuterete, non venite quest'estate a prendere il sole sulle coste tunisine, perchè le spiagge saranno piene di profughi.''
Il mio primo pensiero? Saltare su una nave e correre là.
Arrivano altre considerazioni: che aiuto potrei dare? Non parlo arabo, francese nemmeno, non so cucinare, e l'unico intervento sanitario che sono in grado di fare sono le iniezioni intramuscolo, che penso sian fondamentali in una situazione del genere quanto un abete in un deserto... Diciamocelo, sarei perfettamente inutile.
Subentra lo sconforto, l'impotenza, la frustrazione, la rabbia.
Poi un giretto nel cyberspazio: primo sito cercato, MSF, ovviamente. Possibile non ci sia nessuno? Effettivamente in Tunisia non ci sono in molti: hanno organizzato un servizio di supporto psicologico ai profughi e stanno 'valutando la situazione', un'equipe è al confine e cerca di entrare in Libia ma non è detto ce la faccia: c'è qualcuno a Lampedusa, un intero contingente si trova in Libia, e cerca di spostarsi verso le zone degli scontri, anche se ancora non sanno se riusciranno a raggiungere tutti i posti in cui è stato chiesto il loro aiuto. Sito di Emergency, nulla: ma Emergency è più piccola di MSF quindi è giustificata.
Non ho il coraggio di cercare siti dell'ONU o dell'Europa; iniziano a bruciarmi gli occhi per via del troppo tempo al computer. Vedo solo, qua e là, che la Spagna ha organizzato un ponte aereo, così come Gran Bretagna e Francia, Maroni dovrebbe aver inviato la famosa nave con cui si è glorificato da Fazio qualche sera fa'.
Gocce nell'Oceano.
Non ce la possiamo prendere con MSF. Nè con Emergency, nè con tutte le associazioni simili. Sono gruppi di persone, con possibilità limitate alle loro forze e finanze... Ma gli Stati, gli Stati dove sono? Dove si nasconde l'Occidente? Dove sono i cosiddetti paesi avanzati? Chi li vede, faccia un fischio. Perchè non si possono evitare le proprie responsabilità: e la responsabilità dell'occidente, che piaccia o no, è quella di essere un'unione di democrazie che aiuta i paesi neodemocratici e soccorre i disperati del pianeta. E deve farlo, perchè una grossa parte di colpa negli squilibri attuali nel mondo, squilibri nella ricchezza e nella libertà, è del cosiddetto occidente che con secoli di sfruttamento ha impedito lo sviluppo di una enorme fetta di pianeta. Non è una ''missione storica'' o divina, questa dell'occidente: è un cercare un minimo di riparare ai propri errori. E' un tentativo di scusarsi con tutti quelli che abbiamo oppresso.
Invece no. Invece si urla all'invasione, e il Belgio litiga con l'Italia e tutti non fanno niente, o poco, rispetto a quello che dovrebbero fare. Tendere la mano a questi valorosi che ci insegnano che quei principi, LIBERTA', UGUAGLIANZA, FRATERNITA', inventati secoli fa' nelle strade di Parigi, non sono parole vuote, ma sono un urlo potente, disperato ed entusiasta, che va sentito nel cuore. Ci stanno insegnando quei principi che pensavamo fossero di nostra esclusiva competenza. E dovremmo ringraziarli, dirgli 'bravi', e mandargli cibo, medici, e qualcuno per favore che prenda Gheddafi prima che stermini il suo popolo (e prima che venga magari impiccato in una piazza, che non è mai bello, neppure per un assassino.) Dovremmo essere tutti nelle piazze, ora, a chiedere al nostro governo di muoversi!
Ma nessuno fa niente. Troppo spaventati o assonnati.
E intanto in quello sperduto villaggio della Tunisia di cui non mi ricordo nemmeno il nome la gente ha aperto le porte ai profughi senza paura e senza fatica. Non ha pensato ''verranno a prenderci il lavoro ci stanno invadendo saremo sommersi'', si è lasciata sommergere.
Io non so cosa possiamo fare noi, cittadini, nel concreto. Avevo avuto anche un'idea (un ponte aereo pagato dai privati etc etc) ma mi sembra troppo stupida per esser pubblicata in un post. Alla fine penso che l'unica sia continuare come si è sempre fatto: sostenendo MSF &co. E studiando medicina, ovviamente...

mercoledì 9 marzo 2011

Atomica

Tutti conoscono il tragico incidente avvenuto nel 1986 alla centrale nucleare di Chernobyl, situata sul confine fra Ucraina e Bielorussia. Nel corso di un test, già eseguito senza problemi sul reattore n°3, furono violate le regole di sicurezza portando ad un brusco e incontrollato aumento della temperatura del nocciolo del reattore numero 4 della centrale: si determinò la scissione dell'acqua di refrigerazione in idrogeno ed ossigeno a così elevate pressioni da provocare la rottura delle tubazioni di raffreddamento. Il contatto dell'idrogeno e della grafite incandescente con l'aria innescò una fortissima esplosione e lo scoperchiamento del reattore.
Una nube di materiali radioattivi fuoriuscì dal reattore e ricadde su vaste aree intorno alla centrale che furono pesantemente contaminate, rendendo necessaria l'evacuazione e il reinsediamento in altre zone di circa 336.000 persone. Nubi radioattive raggiunsero anche l'Europa orientale, la Finlandia e la Scandinavia con livelli di contaminazione via via minori, raggiungendo anche l'Italia, la Francia, la Germania, la Svizzera, l'Austria e i Balcani, fino anche a porzioni della costa orientale del Nord America. 65 persone morirono nel giro di poche settimane, ma molte di più si sono ammalate in seguito a causa dell’esposizione alle radiazioni. Sono aumentati sia il numero di persone colpite da cancro alla tiroide sia il tasso di malformazioni congenite nei bambini: inoltre migliaia di altre donne e uomini saranno soggetti in futuro a forme tumorali.
Tutti lo sanno; come tutti sanno che ''le radiazioni fanno male'', che ''le scorie radioattive delle centrali nucleari sono pericolose e difficilmente smaltibili''.
Eppure ogni tanto si ritorna a pensare all'energia nucleare.
Fa figo, si vede.
Ovviamente ci sono un mucchio di ragioni per scegliere il nucleare. (Frase di par condicio così non si può lamentar nessuno)
Per chi è interessato da questo link si arriva (si dovrebbe arrivare, forse...) sul sito di greenpeace, dove invece ci sono un mucchio di buone ragioni per non scegliere il nucleare.
Votare SI al referendum sul nucleare!
P.S.
Votare SI significa dire NO al nucleare... Lo dico perchè io c'ho messo mezz'ora per capirlo...
P.P.S.
Qui metto anche il sito del forum nucleare... se a qualcuno interessa, è più prolisso di greenpeace ma forse un po' meno di parte (non lo so però, è troppo prolisso per me, se qualcuno l'ha letto può commentarlo?)

Cipì



Cipì è il protagonista del libro di 'Mario Lodi e i suoi ragazzi'' (che sono allievi delle elementari), libro che si intitola Cipì (ma chissà come mai?).
A questo punto volevo mettere una bella citazione, ma ho cercato il libro per un'ora a casa e non l'ho trovato... L'unica frase che mi ricordo è ''Cipì Cipì voglio uscire di qui!'', che per inciso non è l'urlo dell'allievo disperato costretto a leggere il libro che brama di lasciare la scuola il prima possibile (illuso, non sa che ci resterà come minimo altri 10 anni... nel mio caso 20...), ma la richiesta dell'uccellino di uscire dal nido.
Già. Perchè Cipì è un passero, mi pare. Insomma, per farla breve questo uccellino vive una serie di drammatiche avventure, di quelle che in seconda elementare ti appassionano, tipo rischia di essere colpito da una fucilata mentre cerca di procurarsi il cibo, cade in un camino e viene catturato e scappa, poi si sposa, fa tante uova e libera la comunità da una specie di gufo che si fingeva un santone per mangiarsi gli uccellini (metafora facilmente comprensibile).
Cipì è una creaturina che ha deciso di essere coraggiosa e di usare l'ingegno per risolvere i problemi, senza chiudere gli occhi davanti alle cose che non gli tornano.
Non so di preciso come mai mi è venuto in mente Cipì...no, lo so. Cercavo un nome per il blog, ho visto un cartello all'ingresso della FI-PI-LI con scritto 'Cip' e ho pensato ''Cipì''.
Questo per dire che non ho davvero idea di che cosa ho voluto comunicare al cyberspazio con questo nome, non ho idea di come andrà avanti questo Cipì, non ho idea di cosa farò fra dieci minuti quindi figuriamoci...
Bene, passo e chiudo